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Teologia sistematica – III: «Di fronte all’immagine. Come l’uomo abita il tempo»

Docenti
  Giuseppe Noberasco
Istituto / Ciclo
FTIS - Specializzazione (Licenza)
Anno accademico
2023/2024
Codice
S-23TS03
Anno di corso
Semestre
1
ECTS
3.0
Ore
24
Lingua in cui viene erogato il corso
Italiano
Modalità di erogazione del corso
Convenzionale
Tipologia di insegnamento
OBBLIGATORIO
Tipologia d'esame / Metodo di valutazione
Prova Orale
SCHEDA PUBBLICATA
Programma

Il corso prende avvio dalla presentazione della prospettiva di Didi Hubermann sulla storia dell’arte mettendo in evidenza l’istanza in essa centrale, e feconda per la problematica teologica sul tempo e la speranza: il ripensamento del nesso tra temporalità e cultura reso possibile dal superamento per entrambe di ogni approccio meramente cosificante e positivistico. Riprendendo le indagini di Aby Warburg, lo studioso francese si sofferma sul senso pregnante della temporalità storica, decisivo per la storia dell’arte, consistente nell’anacronia. L’anacronia resta non a caso celata alla visione positivistica col suo ridurre il fenomeno passato a cosa morta che solo gli strumenti metodologici dello storico possono riportare in vita. Contro tale riduzione l’opera deve essere riportata al suo sopra-vivere, al suo tornare nel presente rompendo ogni prestabilito confine spazio-temporale. La dinamica temporale dell’opera mostra così il suo darsi rimandandosi all’atto della sua continua ripresa. La dinamica è rilevante per pensare il modo in cui propriamente l’uomo vive il tempo. La temporalità non può essere risolta nel semplice susseguirsi neutrale degli eventi, e neppure nella dimensione in cui il soggetto semplicemente si trova. Il tempo nella sua forma culturale esibisce la modalità autentica in cui la Verità, in quanto Origine accade, richiedendo l’atto irriducibile e sempre nuovo di ciascuno. 

Il corso si conclude mostrando la rilevanza di questo approccio alla cultura per la riflessione teologica sul tempo e la speranza. Esso infatti consente di evitare ogni indebita riduzione teologica della temporalità e dell’esperienza salvifica: il Definitivo coincidendo con la rivelazione cristologica trova il suo realismo grazie al rimando all’orizzonte della cultura in cui ciascuno si come sempre già in gioco con l’Origine della vicenda di tutti.

Obiettivo

«Sempre di fronte a un’immagine ci troviamo di fronte al tempo». È la tesi con cui si apre Storia dell’arte e anacronismo delle immagini di G. Didi-Huberman e che può essere assunta come l’intento programmatico soggiacente a tutto il cammino di ricerca e di pensiero dello studioso francese. Mettersi di fronte all’immagine significa riconoscere innanzitutto il suo eccedere ogni sapere o riferimento già dato. L’immagine non parla a partire dal contesto storico o da un modello ideale che ne consenta l’interpretazione, ma apre essa stessa un orizzonte inedito, capace di sorprendere il soggetto. Presentando tale dinamica Didi-Hubermann ne evidenzia la valenza temporale: l’eccedenza dell’opera non si traduce in una fuoriuscita dalla storia, ma mette in atto l’eccedenza della temporalità stessa rispetto ad ogni orizzonte prestabilito. Quello dell’opera è innanzitutto il tempo in cui essa sorge (il suo rimandarsi ad altre opere) ma è più originariamente il tempo che essa stessa dispiega. L’opera consente quindi di leggere la temporalità non in termini generici ma nel suo concreto accadere e, elemento fondamentale, nel continuo darsi e richiamarsi di passato presente e futuro.  Per Didi-Hubermann infatti bisogna leggere l’immagine superando ogni separazione tra estetica e drammatica dell’evento: essa riprendendo il passato rinvia ad un futuro indeducibile dal presente dell’osservatore. La tesi consente di riprendere e approfondire la problematica affrontata nei corsi precedenti in cui, mettendo a tema la questione della speranza, è emersa l’inadeguatezza di una visione puramente lineare del tempo per comprendere l’evento salvifico. La speranza non è riducibile a pura tensione verso un futuro posto al di là di ogni presente. Essa si volge intenzionalmente alla totalità delle dimensioni del tempo. Non a caso Didi-Hubermann (ma anche D. Arasse) nel mettere a tema l’anacronia dell’immagine conferisce un ruolo essenziale all’Incarnazione ed alla sua rappresentazione pittorica.

Avvertenze

Metodo: Il corso si svolgerà in lezioni frontali e l'effettivo raggiungimento delle competenze previste sarà valutato con un esame orale.

Bibliografia

G. Didi-Hubermann, L’immagine insepolta. Aby Warburg, la memoria dei fantasmi e la storia dell’arte, Bollati Boringhieri, Torino 2006; Id., Storia dell’arte e anacronismo delle immagini, Bollati Boringhieri, Torino 2007; D. Arasse, L’annunciazione italiana. Una storia della prospettiva, La casa Usher, Firenze 2009; Id., Beato Angelico. Figure del dissimile, Abscondita, Milano 2009; Id., Davanti all’immagine. Domanda posta ai fini di una storia dell’arte, Mimesis, Milano 2016; J. Derrida, Memorie di cieco. L’autoritratto e altre rovine, Abscondita, Milano 2003; J-L. Nancy, F. Ferrari, Estasi, Luca Sossella editore, Roma 2022.

Programma
  • Descrizione del corso
  • Contenuti del corso
Obiettivo
  • Obiettivi del corso e risultati di apprendimento attesi.
Avvertenze
  • Metodologie didattiche e attività di apprendimento previste
  • Prerequisiti
  • Calendario o programma del corso (scadenze previste)
  • Criteri disciplinari condivisi (presenza, puntualità, correttezza, ecc.)
  • Metodi e criteri di accertamento del profitto (distribuzione dei parametri di valutazione)
Bibliografia
  • Letture richieste e consigliate.