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Teologia sistematica - III: «La speranza e l'attestazione temporale del definitivo»

Docenti
  Giuseppe Noberasco
Istituto / Ciclo
FTIS - Specializzazione (Licenza)
Anno accademico
2022/2023
Codice
S-22TS03
Anno di corso
Semestre
1
ECTS
3.0
Ore
24
Lingua in cui viene erogato il corso
Italiano
Modalità di erogazione del corso
Convenzionale
Tipologia di insegnamento
Non definito
Tipologia d'esame / Metodo di valutazione
Prova Orale
SCHEDA PUBBLICATA
Programma

 Il corso sarà introdotto dalla lettura che H. Kessler offre del dibattito sull’esperienza pasquale dei discepoli. Egli mostra come il sorgere della fede nel Risorto sia irriducibile ad un rapporto di pura continuità con l’esperienza del Gesù terreno. L’istanza di Kessler, tuttavia, deve essere ripresa e completata a partire dal riconoscimento del ruolo del narrativo: l’attestazione del Risorto dà non a caso origine ad una narrazione in cui il rimando alla novità irriducibile alla storia non avviene in maniera estrinseca rispetto alla storia stessa. Essa, infatti, è svelata dalla narrazione come ciò che nella storia è sempre stato in gioco. In questo senso per E. Jüngel la narrazione non rappresenta un puro aspetto formale della rivelazione, ma corrisponde alla sua intenzionalità profonda: Dio in Cristo si coinvolge pienamente nella storia, fa di essa il luogo della sua autodeterminazione. L’inedito divino apre così la possibilità della speranza poiché l’uomo è da esso collocato nel proprio tempo come ciò che può e deve essere integralmente vissuto. La tesi del jüngeliana del Vangelo come storia da narrare, richiede tuttavia un approfondimento dal punto di vista antropologico capace di mostrare come la narrazione chiami in causa l’atto umano della speranza e quindi l’esperienza umana del tempo. Tale approfondimento è rinvenibile nella fenomenologia di J. L. Marion il quale rilegge l’escatologico riconoscendo il ruolo decisivo dell’attestazione della morte. Essa è per l’uomo quella fine che, in quanto irriducibilmente sua, consente la presa di parola personale sul Compimento di tutta la storia.  

Obiettivo

Se, come le recenti prospettive teologiche e filosofiche hanno messo in luce, la speranza ha la sua radice nella temporalità del soggetto e dello stesso reale, essa non può essere compresa se si assume come presupposta la visione naturalistica del tempo. Sperare non significa semplicemente volgersi verso ciò che ancora non è. Una tale prospettiva risulta riduttiva poiché, innanzitutto, non mette a tema l’essere totalmente coinvolto del soggetto nel proprio tempo. Nell’atto della speranza l’uomo è impegnato totalmente con sé, per cui esso non può essere a semplice atteggiamento parziale. Proprio per questo la speranza chiama in causa la totalità delle dimensioni temporali che devono quindi essere pensate in un rapporto non puramente lineare tra loro. L’assunto è rilevante da un punto di vista teologico poiché proprio secondo questa prospettiva può essere letta la temporalità della rivelazione nella sua attestazione scritturistica. In particolare, la narrazione della nascita della fede pasquale mette in evidenza l’impossibilità di intendere secondo una visione univoca del tempo il rapporto tra la vicenda di Gesù e la novità della Pasqua. La storia che il Risorto instaura è aperta ad una novità che in ogni suo istante rimanda alla ripresa da parte dell’atto di ogni uomo.

Avvertenze

Il corso si svolgerà tramite lezioni frontali che offriranno spunti per la ripresa personale da parte degli studenti. Il lavoro di ricerca sarà verificato con l’esame finale.

Bibliografia

E. Jüngel, Dio mistero del mondo. Per una fondazione della teologia del crocifisso nella disputa tra teismo e ateismo, Queriniana, Brescia 2014; H. Kessler, La Risurrezione di Gesù. Uno studio biblico, teologico-fondamentale e sistematico, Queriniana, Brescia 1999; Id., Risurrezione. Il cammino di Gesù, la croce e la fede pasquale, Queriniana, Brescia 2022; J.-L. Marion, Una volta per tutte, in G. Noberasco – F. Peruzzotti, Il segreto della libertà. Studi in onore di Sergio Ubbiali nel suo LXX compleanno, Glossa, Milano 2021, 649-669; J. Moingt, L’homme qui venait de Dieu, Cerf, Paris 1995.

Programma
  • Descrizione del corso
  • Contenuti del corso
Obiettivo
  • Obiettivi del corso e risultati di apprendimento attesi.
Avvertenze
  • Metodologie didattiche e attività di apprendimento previste
  • Prerequisiti
  • Calendario o programma del corso (scadenze previste)
  • Criteri disciplinari condivisi (presenza, puntualità, correttezza, ecc.)
  • Metodi e criteri di accertamento del profitto (distribuzione dei parametri di valutazione)
Bibliografia
  • Letture richieste e consigliate.