Didattica della Facoltà Teologica dell'Italia SettentrionaleScheda dell'insegnamento |
Codice del Corso
| S-23TB01 |
Corso Integrato
| Teologia biblica A.T. - I |
Docenti
| Invernizzi Laura |
Anno di corso
| S |
Semestre
| 2° |
ECTS
| 3 |
Ore
| 24 |
Lingua in cui viene erogato il corso
| Italiano |
Modalità di erogazione del corso
| Convenzionale |
Tipologia di insegnamento
| OBBLIGATORIO |
Tipo Esame
| Prova Orale |
Metodo di Insegnamento
| Didattica formale/lezioni frontali |
Pur contando solo quattro capitoli ed essendo apparentemente molto distante da grandi temi biblici quali quello dell’esodo, dell’alleanza, del profetismo ecc., il libro di Rut è stato a buon diritto definito «un autentico gioiello narrativo» (D. Scaiola). Il racconto, che parla della straniera moabita Rut e del suo passaggio dai margini al centro della storia, condivide con la storia di Giuseppe (Gen 37–50) e con il libro di Ester una caratteristica: in esso non è presentato alcun intervento diretto del personaggio divino, che risulta nascosto tra le pieghe dell’azione.
Di Dio parlano i personaggi, lo evocano e lo invocano, ne percepiscono la presenza e la riflettono, ma nella storia raccontata dal narratore egli non interviene mai come soggetto che ha l’iniziativa, se non in Rt 4,13, l’unico intervento esplicitamente registrato dal narratore che si inserisce, però, e pare a essa secondo, nell’intraprendenza umana.
Se Dio non interviene, sono tuttavia, uomini e donne ad agire in suo nome o ad agire per altri, al punto da incarnare alcuni attributi divini, come lo ḥesed. Nel libro di Rut, quindi, le questioni fondamentali sono presenti, ma non risultano trattate in astratto. Esse vengono tradotte nel vissuto quotidiano dei personaggi, nelle loro scelte, nella solidarietà e nell’impegno nei confronti dell’altro, nell’esercizio della giustizia, nella capacità di vivere lo spirito della legge e non solo la lettera. Al lettore è lasciato il compito di scoprire, nel coacervo della causalità umana, le tracce della presenza divina e il compiersi della causalità (implicita) di Dio in quanto signore della storia.
Verranno presentati i principali capitoli del manuale di analisi narrativa soffermandosi in particolare su quelli della rappresentazione del dialogo. Verrà inoltre presentata l’opzione narrativa che Y. Amit ha chiamato «principio causalità duale», mostrandone effetti sul lettore e implicazioni ermeneutiche. Attraverso il close reading del libro di Rut, lo studente potrà così conoscere ed apprezzare l’arte narrativa biblica, imparando a interpretare teologicamente i risultati dell’analisi.
Il corso sarà condotto mediante lezioni frontali. Per una proficua partecipazione è richiesta la conoscenza dell’ebraico. Sarà cura dello studente approfondire gli argomenti, integrando quanto esposto con lo studio e la ricerca personale, che sarà parte integrante della preparazione.
L’esame sarà orale: ciascuno sceglierà due argomenti del tesario che sarà consegnato a fine corso; prima dell’esame (almeno due giorni), invierà l’indice (la traccia) di ciascun argomento e la bibliografia usata per prepararlo (redatta secondo le norme). Al momento dell’esame il colloquio verterà su uno dei due argomenti, a scelta della docente.
Strumentazione essenziale: un’edizione critica della Bibbia ebraica.
R. Alter, The Art of Biblical Narrative. Revised and Updated, Basic Books, New York 1981, 20112 (tr. it. della I ed: L’arte della narrativa biblica, Biblioteca Biblica 4, Queriniana, Brescia 1990, 20192); C.C. James – C.G. Barthomoew, Finding God in the Margins: The Book of Ruth, Lexham, Bellingham, WA 2018; D. Scaiola, Rut. Nuova versione, introduzione e commento (I Libri Biblici), Paoline, Milano 2009; C. Nihan – M. Bauks (ed.), Manuel d’exégèse de l’Ancien Testament (MoBi 61), Labor et Fides, Genève 2008 (tr. it., Manuale di esegesi dell’Antico Testamento, EDB, Bologna 2010) ; J.-P. Sonnet, Rut. Introduzione, traduzione e commento (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), San Paolo 2021; Id., Le Dieu caché du livre de Ruth. Un chemin de lecture, un chemin pour la foi, «Nouvelle Revue Théologique» 133/2 (2011) 177-190.