Didattica della Facoltà Teologica dell'Italia SettentrionaleAnno Accademico 2020/2021Schede ECTS |
Codice del Corso
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S-20TM02
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Corso Integrato
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Teologia morale fondamentale - II
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Docenti
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Bonandi Alberto
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Anno di corso
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S
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Semestre
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1°
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ECTS
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3
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Ore
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24
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Lingua in cui viene erogato il corso
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Italiano
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Modalità di erogazione del corso
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Convenzionale
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Tipologia di insegnamento
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Non definito
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Tipo Esame
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Prova Orale
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Metodo di Insegnamento
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Didattica formale/lezioni frontali
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Programma
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La prima parte studia l’interpretazione dell’omicidio attraverso alcune figure immediate offerte dal linguaggio secondo i criteri dell’identità (es. assassinio), del genere (es. femminicidio) e delle relazioni (es. parricidio, fratricidio, ec.), e dai sentimenti generati ed espressi nell’omicidio (violenza, odio, menzogna, vendetta, ecc.): ciò permette un approccio intenzionale dell’azione omicida. Ma l’omicidio è un’azione che spesso si compie in uno scenario pubblico (seconda parte): come ‘spettacolo’ (esecuzione della pena di morte, riti di esclusione sociale del reo, celebrazioni religiose delle guerre, ecc.) e nelle restituzioni / interpretazioni letterarie (es. Munro, Aleksievc), pittoriche (es. Dix, Magritte), musicali (es. Shostakovic). Si forma così una ambigua narrazione pubblica dell’omicidio. A questo punto la parola passa ad alcuni filosofi (terza parte), che in modo diretto (esplicitandone la malizia) o indiretto (esplicitandone la violazione di valori fondamentali) mettono in luce diversi aspetti dell’omicidio: menzogna, obbedienza schiavistica, indifferenza, soppressione del discorso, trattamento subumano di umani, rifiuto del fenomeno saturo. Ne risulta (quarta parte) un’analisi fondamentale che investe direttamente l’essenza della (dis)umanità, e, nel solco della tradizione biblica, riconosce nell’omicidio la perversione di tutto (l’essere), fino alla figura dell’uccisione di Dio. Ciò permette un ripensamento dell’interpretazione piuttosto sbrigativa del quinto comandamento proposta dalla morale di scuola, nell’ottica dell’intera narrazione biblica, fino ad includervi l’annuncio neotestamentario della «uccisione» del Signore Gesù. |
Obiettivo
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Il corso intende abilitare lo studente a cogliere la coerenza e l’unità dell’esperienza e della riflessione morale a partire da un tema a prima vista parziale, quale quello espresso in forma negativa nel quinto comandamento, e in forma positiva nell’adesione spontanea ma non ingenua alla vita, anzi nella identificazione di sé come vivente. Così risulta particolarmente adatto a valere quale figura e parola sintetica dell’agire moralmente buono / cattivo, in quanto da tema si manifesta quale orizzonte che permette una ordinata supervisione d’insieme e dall’interno della moralità: un desideratum dello studio della morale, e delle sue problematiche fondamentali e speciali, al quale abilitare lo studente. |
Avvertenze
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Lo svolgimento del corso prevede lezioni frontali, per introdurre il tema e portarlo a sintesi; offre anche la possibilità di contributi seminariali, suggeriti dal docente o proposti dagli studenti con la guida del docente, al fine di riconoscere come questioni fondamentali possano emergere da fonti disparate, o nascondersi dietro narrazioni a prima vista neutrali. Per lo specializzando o l’interessato in teologia morale è possibile svolgere ricerche in ambiti confluenti, come quelli della bioetica e della morale sociale. |
Bibliografia
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E. Lévinas, Totalità e infinito. Saggio sull’esteriorità, Jak Book, Milano 1980; A. Prosperi, Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Einaudi, Torino 1996; H, Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di comunità, Torino 1999; A. Bonandi, Suicidio come omicidio e ritorno, «Teologia» 31 (2006) 36 – 74; P. Beauchamp, La legge di Dio, Piemme, Casale Monferrato 2000; A. Wénin, Giuseppe o l’invenzione della fraternità, Dehoniane, Bologna 2017. |