Didattica della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale

Anno Accademico 2020/2021

Schede ECTS

 
FTIS - Specializzazione
II Licenza  
 
Teologia fondamentale - II: «L’evento di Dio. La questione di una cristologia fondamentale»
Codice del Corso
S-20TF02
Corso Integrato
Teologia fondamentale - II
Docenti
Albarello Duilio
Anno di corso
S
Semestre
ECTS
3
Ore
24
Lingua in cui viene erogato il corso
Italiano
Modalità di erogazione del corso
Convenzionale
Tipologia di insegnamento
Non definito
Tipo Esame
Prova Orale
Metodo di Insegnamento
Didattica formale/lezioni frontali
Programma

Il momento introduttivo intende istituire la questione tramite la ripresa della formula relativa alla «fenomenologia di Gesù». L’evento fondatore non rivela la propria singolarità se non grazie alla qualità della fede, che esso inaugura e insieme conduce a compimento. Ecco perché si può affermare che il fondamento della fede è irriducibilmente fenomenologico, in quanto ha a che fare con il legame indissolubile tra la vicenda effettiva di Gesù e il riconoscimento «credente» della sua portata veritativa/teologale. È appunto questo legame indissolubile che si propone di custodire la formula della «fenomenologia di Gesù», giustificandone la funzione sistematica che essa ha la pretesa di svolgere nei confronti della testimonianza cristiana in generale e del sapere teologico in particolare.

Nella prima parte del corso, di carattere filosofico, l’attenzione si dirigerà verso il contributo offerto alla ricerca dal pensiero di Claude Romano. La «fenomenologia dell’evento», elaborata da Romano, ha come obiettivo quello di riprendere la scoperta husserliana della correlazione indissolubile tra la questione del senso e la sua genesi, per assumerla come principio architettonico di una radicale riformulazione del pensiero fenomenologico. Non si tratta di pensare l’evento come ciò che sopravviene dall’esterno ad un soggetto autonomo, ovvero slegato da ogni implicazione rispetto a quanto gli succede; piuttosto, inversamente, è la soggettività che richiede di essere pensata a partire dall’evento. Perciò l’ipseità, implicata nell’accadere evenemenziale, deve essere definita con la categoria dell’«ad-veniente»: questa è la categoria in grado di esprimere l’uomo in quanto essere costitutivamente aperto agli avvenimenti, nella misura in cui l’umanità dell’uomo è appunto la capacità di fare l’esperienza in maniera insostituibile di ciò che accade. Allora l’ipseità è da intendersi come la «venuta di sé a se stessi» grazie all’evento che si dà e che proprio così rende possibile l’esistenza come «av-ventura». Si registra in Romano un rapporto ancora esteriore tra l’accadere dell’evento e il venire a sé dell’uomo; quest’ultimo è certo coinvolto in quanto ad-veniente, ma il suo atto non viene tematizzato come determinante, come risulta dall’insistenza sulla impossibilità di una totalizzazione di sé attraverso l’attivazione della responsabilità. A questo livello in particolare, il contributo di una cristologia fondamentale può rilanciare ulteriormente la riflessione.

La seconda parte del corso, di carattere teologico, si porrà in dialogo in particolare con i contributi di Daniel Marguerat, Jürgen Werbick e Christoph Theobald. Tali autori propongono una rilettura fenomenologica della vicenda di Gesù, volta a coglierne il senso singolare a partire da una triplice prospettiva: rispettivamente, a partire dalla critica storica, dall’argomentazione ontologica e dalla pratica etica. L’intento sarà quello di verificare l’implicazione teologico-fondamentale di questi differenti approcci, valutandone la capacità di tematizzare l’assunto per cui l’orizzonte inedito dischiuso dall’evento-Cristo conferisce alla struttura della correlatività con-costitutiva tra la verità e la libertà la figura precisa dell’ordine di agàpe. Essa infatti si pone quale referenza ineludibile della perfetta corrispondenza – «senza confusione e senza separazione», per riprendere la lingua codificata dal protocollo calcedonese – messa in opera, per la prima volta e una volta per tutte, tra il realismo simbolico del dar-si di Dio e l’attuazione compiuta dell’esserci dell’uomo.

Obiettivo

Il corso si propone di affrontare la questione dell’insuperabilità della storia di Gesù per la teologia cristiana: il riconoscimento della verità teologica è inseparabile dalla forma della coscienza, che istituisce quella storia stessa, ossia dalla qualità singolare della fede che la genera. Si tratta allora di argomentare che la cristologia non intende costituire un contenuto fra gli altri della riflessione condotta dalla teologia, ma solleva la pretesa di identificare la condizione fondamentale di possibilità di quella riflessione stessa.

Avvertenze

Il corso si svolgerà secondo la modalità della lezione frontale e si concluderà con una verifica orale. 

Bibliografia

A. Bertuletti, Dio, il mistero dell’Unico, Queriniana, Brescia 2014; D. Marguerat, Vie et destin de Jésus de Nazareth, Seuil, Paris 2019; C. Romano, Al cuore della ragione la fenomenologia, Mimesis, Milano-Udine 2019; C. Romano, Etre soi-même, Gallimard, Paris 2019; C. Theobald, L’Europe terre de mission, Cerf, Paris 2019; J. Werbick, Gott-menschlich. Elementare Christologie, Herder, Freiburg-Basel-Wien 2016.