Didattica della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale

Anno Accademico 2019/2020

Schede ECTS

Il corso è immaginato secondo una scansione in tre momenti principali. Nel primo momento, dopo uno studio del Direttorio su pietà popolare e liturgia del 2001, si guarda al rilancio della pietà popolare che viene stimolato oggi dall’iniziativa di papa Francesco (a partire da Evangelii gaudium) e dal suo debito nei confronti della teologia del popolo argentina. Esso viene interrogato a procedere dalle acquisizioni che derivano da una duplice indagine: a) il dibattito su liturgia e pietà popolare che ha caratterizzato la riflessione francese negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso; b) il confronto con alcuni progetti di riforma ecclesiale che sottodeterminano o sopprimono il riferimento a quel “religioso” che la pietà popolare sembra invece custodire e alimentare. In forma provvisoria, si tenta di mostrare le implicazioni di carattere teologico-fondamentale ed ecclesiologico che la questione pastorale studiata sottintende, in relazione al contesto culturale europeo contemporaneo che sembra estraniarsi da una comprensione immediatamente religiosa dell’esistenza. Gli strumenti teologico-pastorali conseguiti consentono di entrare nella seconda parte del corso in cui – in modo esemplificativo – vengono prese in esame alcune forme effettive di pietà popolare, cercando di analizzarle con consapevolezza critica. In particolare ci si riferisce alla tradizionale devozione al S. Cuore, anche attraverso alcune significative incursioni storiche, e ad alcune esperienze di pellegrinaggio, mariano e non. La terza ed ultima parte del corso intende mettere in evidenza, attorno a tre nodi di condensazione, le acquisizioni che il percorso compiuto sviluppa: 1) lo spazio della devozione dentro l’esperienza cristiana; 2) il valore della pratica effettiva della fede per la pastorale; 3) la provocazione che la liturgia, paradigma del pregare cristiano, riceve da un fecondo confronto con le forme della pietà popolare.

Il tema della pietà popolare, letto nella sua tensione con la liturgia, non è nuovo. Esso merita oggi una ripresa in relazione al rilancio programmatico che l’attuale pontificato ne ha proposto. Il corso anzitutto intende favorire una comprensione del fenomeno della pietà popolare dentro la più ampia questione del rapporto cristianesimo-cultura. Contestualmente vorrebbe favorire l’appropriazione da parte degli studenti degli strumenti teologico-pastorali che consentono di impostare adeguatamente l’indagine sul fenomeno stesso, oltre l’assunzione di posizionamenti ideologici.

Il corso viene proposto secondo il metodo delle lezioni frontali. L’esame orale ha lo scopo di verificare non soltanto l’apprendimento delle tematiche affrontate, ma anche l’acquisizione dello sguardo complessivo che è stato suggerito a proposito del metodo teologico-pastorale. Ogni studente – oltre allo studio del materiale indicato – dovrà presentare un approfondimento orale, previo accordo col docente, che favorisca l’appropriazione di uno dei temi specifici affrontati nel corso.

L. Berzano – A. Castegnaro – E. Pace, Religiosità popolare nella società post-secolare. Nuovi approcci teorici e nuovi campi di ricerca, Messaggero, Padova 2014; P. Carrara, Forma ecclesiae. Per un cattolicesimo di popolo oggi: “per tutti” anche se non “di tutti” (Quodlibet 34), Glossa, Milano 2017; Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti (17 dicembre 2001), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2002; J. Drouin (ed.), Liturgie de pèlerinage et piété populaire, Salvator, Paris 2018; J.C. Scannone, La teologia del popolo. Radici teologiche di papa Francesco (BTC 194), Queriniana, Brescia 2019; R. Tagliaferri, Il cristianesimo «pagano» della religiosità popolare, Messaggero/Abbazia di Santa Giustina, Padova 2014.