Didattica della Facoltà Teologica dell'Italia SettentrionaleAnno Accademico 2019/2020Schede ECTS |
Codice del Corso
|
S-19TS05
|
Corso Integrato
|
Teologia sistematica - V
|
Docenti
|
Noberasco Giuseppe
|
Anno di corso
|
S
|
Semestre
|
1°
|
ECTS
|
3
|
Ore
|
24
|
Lingua in cui viene erogato il corso
|
Italiano
|
Modalità di erogazione del corso
|
Convenzionale
|
Tipologia di insegnamento
|
OBBLIGATORIO
|
Tipo Esame
|
Prova Orale
|
Metodo di Insegnamento
|
Didattica formale/lezioni frontali
|
Programma
|
Le immagini consentono quindi di fare emergere il linguaggio della carne, evitando ogni sua riduzione ad una astratta univocità concettuale: in esse l’esistenza si riconosce donata a sé da un Compimento che la chiama in causa nella singolarità della sua iniziativa storico-mondana. In quanto carne la libertà si riconosce totalmente esposta al mondo ed alla storia (evitando quella separazione che invece un certo riferimento al corpo può lasciare sussistere). Proprio a partire da tale esposizione essa è rimandata all’atto della decisione personale. Nell’attuazione effettiva di tale dinamica, non separatamente da essa, trova il suo realismo il compimento cristologico della storia. La dinamica verrà approfondita dal corso, per evitare una sua riduzione ancora formale, mediante la ripresa di alcuni momenti rilevanti della riflessione filosofica contemporanea sul rapporto tra carne e immaginazione. Al di là di ogni riduzione ad uno schema puramente rappresentativo, l’immagine è colta come rimando dell’esistenza alla sua appartenenza al mondo (Merleau-Ponty), come accadere di una differenza irriducibile al visibile, ma che, proprio in quanto tale, consente la ricomprensione della dinamica temporale (G. Didi-Hubermann) e, infine, essa consente un approccio al soggetto che lo colga nella sua totalità, evitando ogni separazione tra interiorità ed esteriorità (J.-L. Chrétien). L’immaginario quindi, prendendo sul serio la dimensione carnale dell’esistenza, pone con forza la domanda sul senso dell’essere sé nel mondo. |
Obiettivo
|
La fede cristiana non solo attesta la realizzazione del compimento escatologico tramite l’immagine della risurrezione della carne, ma ne offre l’esplicitazione non ricorrendo immediatamente al linguaggio del concetto, ma mediante il riferimento ad altre immagini e metafore linguistiche. Tale forma linguistica non deve essere intesa come espressiva di un contenuto comprensibile indipendentemente da essa, ma corrisponde alla Cosa stessa dell’escatologia: il compimento realizzato in Cristo chiama in causa l’uomo nella singolarità della sua esistenza, portando a definitiva attuazione la dinamica profonda della sua vicenda storico-mondana. La pluralità delle immagini del definitivo dell’esistenza mette in evidenza il destinarsi della verità, nella sua determinazione cristologica, a ciò che ogni esistenza ha vissuto nella propria quotidianità, riconoscendone il profilo di irriducibile singolarità. |
Avvertenze
|
Il corso si svolgerà mediante lezioni frontali e si concluderà con una verifica orale. |
Bibliografia
|
M. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito, SE, Milano 1989; P. Gambazzi, L’occhio e il suo inconscio, Cortina, Milano 1999; G. Didi-Huberman, Storia dell’arte e anacronismo delle immagini, Bollati Boringhieri, Torino 2007; J.-L. Chrétien, La ferita della bellezza, Marietti, Genova-Milano 2010; J. Wohlmuth, Mistero della trasformazione. Tentativo di una escatologia tridimensionale, in dialogo con il pensiero ebraico contemporaneo, Queriniana, Brescia 2013; J.-L. Chrétien, L’espace intérieur, Les Éditions de Minuit, Paris 2014. |